Costantino Ciervo

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Progetto per la parete dell'asse viario all'ingresso del quartiere Librino di Catania

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Progetto, luogo, Intenzioni

(Il progetto nasce grazie all'invito dell'imprenditore e mecenate siciliano Antonio Presti di presentare una proposta di intervento artistico sull'asse viario all'ingresso del quartiere "Librino" di Catania - L'opera non è stata realizzata)

Il quartiere Librino di Catania è un quartiere periferico della cittá e che mostra i tipici problemi del degrado dovuto soprattutto alla mancanza di lavoro e reddito dei suoi abitanti. Inoltre decenni di abbandono e degrado dei pur moderni edifici e delle strutture urbanistiche del quartiere, hanno favorito lo sviluppo della criminalità comune e organizzata e dei reati ad essa collegati.
L’idea del progetto per la parete dell’asse viario all’ingresso del quartiere Librino di Catania, con le sagome di acciaio specchiante, ricavate dal corpo di alcuni abitanti del quartiere Librino e la grande scritta al neon rosso che riprende una frase dello scrittore Erri De Luca, si poggia sui concetti quali quelli della partecipazione, dell’interazione , e della bellezza intesa come impegno per la giustizia, per l’uguaglianza e per la libertà.
La composizione dell’installazione reinterpreta il famoso quadro “il quarto Stato” (1901) del pittore lombardo Giuseppe Pellizza da Volpedo. Il quadro rappresenta l’icona della sinistra e del progressismo in Italia.
Nell'installazione è prevista una scritta luminosa al neon di luce rossa lunga ca. 50 metri ("Nella bellezza riconosco una compiuta giustizia che ripara i torti delle distruzioni – Erri De Luca"). La scritta al neon rosso si estende per tutta la sua lunghezza nella parte superiore e centrale del muro ovest del cavalcavia dell’autostrada A19. Il muro si trova difronte, a circa 50 metri, dalle case popolari e dalla scuola elementare (riquadri 5-6-7)e quindi si presta bene per fungere da "superfice specchiante" che riflette l'immagine architettonica e sociale del quartiere.
Sotto la scritta emergono le sagome di acciaio specchiante (tra i 5 e 3 metri di altezza) di persone che avanzano verso lo spettatore.
Le sagome sono ricavate da una selezione di fotografie scattate dall’artista ad alcuni “abitanti –simbolo” del luogo. Nelle silhouette-specchio si riflettono le immagini degli edifici che si trovano difronte al cavalcavia.
Su un secondo muro, quello del rialzo sul quale poggia la strada che scorre sotto il muro principale del cavalcavia dell’autostrada (riquadro n. 3), sarà installato un mosaico di mattonelle in ceramica di ritratti fotografici dei ragazzi, delle ragazze, dei giovani, dei bambini e degli anziani del quartiere. Per la realizzazione "mosaico" con foto-ritratto sarà chiesto alle famiglie colpite del luogo di inviare all’artista un un ritratto di un proprio defunto caro.